Allarme in casa, sempre più armi con le stampanti 3D: Polizia in allerta e maxi sequestri, ecco cosa rischi

Si diffondono sempre di più i sistemi per stampare armi in 3D – @MauroG28579202 (Twitter)

Crescono i sequestri di armi realizzate con stampanti 3D. Costano poco, saltano i controlli al metal detector e si producono in poco tempo. I criminali e le gang stanno basando la loro produzione di armi esclusivamente su questi nuovi modelli, data la loro convenienza.

Il possesso di armi è un tema molto dibattuto anche in Stati che presentano modelli di civiltà piuttosto avanzati (vedi gli Stati Uniti). Culture differenti e il bisogno virtuale di sicurezza si scontrano spesso con la crudeltà dei dati, i quali ci raccontano che chi possiede armi tende ad aumentare i rischi di violenza. Fucili e pistole, però, costano un bel po’. Alcuni malviventi si sono così interrogati sul metodo migliore per risparmiare sul loro acquisto.

La risposta è stata la stampante 3D. Stampare un’arma è molto più economico che produrne o acquistarne una. Per questo motivo questa è diventata una frontiera del crimine organizzato, anche se poco nota al grande pubblico. In fin dei conti, la logica è intuibile: meglio effettuare l’acquisto di una stampante 3D, un investimento iniziale, per poi creare un vero e proprio arsenali di armi non identificabili che funzionano come quelle originali, piuttosto che tentare di acquistare o produrre pezzi tracciabili e ricercatissimi dalle forze dell’ordine.

Le armi stampate in 3D: la nuova frontiera delle gang

Gli avvertimenti, in questi giorni, giungono direttamente dalla Svezia. Nel Paese nordeuropeo, le forze dell’ordine hanno sequestrato una ventina di armi create con questa tecnologia. In effetti, come sottolineato dalla stessa polizia scandinava, il rischio legato a queste armi è che non si può sapere con certezza quale sia la direzione che seguirà il proiettile una volta sparato. Prima della Svezia, anche in altri Paesi si assiste a sequestri: negli USA capita da una decina d’anni; in Spagna due anni fa è stata chiuso un impianto di produzione illegale; anche in Italia ne sono state trovate.

Un’arma 3D assemblata – @Tarallucci_Vino (Twitter)

È successo l’anno scorso, quando sono stati sequestrati 11 mitragliatrici e 50 fucili nella villa di un informatico incensurato a Formello. Negli ultimi anni la stessa tecnologia di produzione è molto migliorata, passando da primi modelli poco efficienti a macchine sempre più veloci e prestanti. Per stamparle, tutto ciò che occorre è una stampante 3D e un file che si trova già su Internet. Insomma, un’altra brutta pagina su cui rimanere vigili per evitare la diffusione di armi pericolose.

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