Asciugatrice è lei il vero killer dei consumi elettrici? Facciamo chiarezza

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Asciugatrici – NewsCellulari.it

Se rappresenta il nuovo maggiore incubo nelle bollette o un falso storico, statisticamente parlando, non lo sapremo mai. Ma ci sono dei validi accorgimenti per risparmiare con le asciugatrici. Questo sì.

Punto di partenza inattaccabile, non si può calcolare con certezza quanto influisce l’utilizzo di una asciugatrice, troppe variabili, anche legate al contratto che si fa con una determinata compagnia. Ma è stato calcolato che più o meno il consumo medio di una asciugatrice parte da circa 1,5 kWh per arrivare a 5 kWh. Questo per ciclo.

Con questi numeri si arriva a circa 126-500 kWh l’anno, anche se è una forbice ideale, visto proprio che, ricordandoci delle innumerevoli variabili, dal 2013 ci sono le classi. Più alta è la classe, minore sarà il consumo, per cui la famigerata A+++ deve essere certamente quella più ricercata, perché costa sì di più ma ci farà ammortizzare il prezzo, in bolletta. A scendere tutte le altre, con una memo: non esiste praticamente più la D, un tempo la classe più bassa, e quindi quella che faceva velocizzare al massimo il nostro contatore.

Le abitudini di lavaggio rappresentano un’altra scheggia impazzita, soprattutto in considerazione del fatto di chi ha figli, chi ne ha uno, chi non ne ha nessuno: il numero dei componenti familiari influiscono notevolmente sulla reale quantità di energia utilizzata.
Comunque si stima che il calcolo dell’asciugatrice stia intorno ai tre cicli di asciugatura a settimana, 160 cicli di asciugatura all’anno, a pieno carico e a carico parziale, con il programma standard per tessuti di cotone, e il consumo delle modalità a consumo ridotto.

Calcoli da tenere in considerazione

Per cui moltiplicando il consumo energetico annuo dell’asciugatrice per il costo dell’elettricità per kWh, si potrà avere una parvenza di quanto influisce un’asciugatrice nella bolletta. Calcoli indicativi, sia chiaro.

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Caro bollette, come contenerlo – NewsCellulari.it

Troppe variabili, si diceva. Il consumo, infatti, può differire a seconda del posizionamento dell’asciugatrice in una stanza o in uno stanzino, l’umidità residua dei capi che farà andare più veloce o meno la centrifuga del lavaggio effettuato precedentemente dalla lavatrice: E ancora, il tipo dei tessuti (la normativa UE prende in considerazione solo il cotone, per esempio), la quantità di carico: se pieno o no.

L’idea sommaria, importante e di uso comune ma non scientifica, è che con un’asciugatrice a pompa di calore si consuma meno energia, a patto che venga installata in ambienti non troppo freddi. Sempre meglio ripiagarli bene ma non stirare i capi, a meno che non si tratti di camicie. Il resto lo possiamo fare noi, utilizzando qualsiasi elettrodomestico, lo stretto necessario.