Xiaomi 15T alla prova: fotocamera e batteria convincono davvero? Test sul campo, autonomia e consigli d’uso

Abbiamo messo alla frusta lo Xiaomi 15T per capire quanto valgano davvero la sua fotocamera “targata pro” e la batteria da 5.500 mAh con ricarica rapida. Ecco come scatta di giorno e di notte, come registra i video, quante ore regge lontano dalla presa e quali impostazioni sfruttare per ottenere il massimo senza complicazioni.
Fotocamera: qualità d’immagine, notte, zoom e video spiegati bene
Il modulo principale da 50 MP è il cuore del 15T: sensore ampio, stabilizzazione efficace e un software che tende a preservare dettagli e colori senza cadere in saturazioni eccessive. Di giorno i risultati sono convincenti: cieli scolpiti, fogliame con micro–texture leggibili e bilanciamento del bianco stabile anche quando si passa da ombra a pieno sole. La gamma dinamica è generosa: le alte luci restano sotto controllo e le ombre non collassano, specie se si attiva l’HDR automatico. Nota di merito per la modalità “Alta Risoluzione”: i 50 MP nativi servono davvero quando si vogliono ritagliare porzioni della scena senza far crollare il dettaglio.
In notturna interviene il Night Mode con esposizioni di 1–2 secondi e stacking multi–frame. Le luci dei lampioni vengono domate con una piacevole sfumatura, il rumore cromatico è contenuto e le texture (muri, asfalto, alberi) non diventano acquerellate salvo condizioni limite. Il bilanciamento del bianco è leggermente caldo, scelta che dona atmosfera alle scene urbane ma può richiedere un tocco di raffreddamento in post per chi cerca neutralità assoluta. Il grandangolare soffre un po’ di notte: buona la messa a fuoco al centro, meno incisiva ai bordi; conviene usarlo per architettura e interni, non per ritratti in luce critica.
Lo zoom ottico 5× del modello Pro ha un comportamento maturo: a 2× si sfrutta il crop del sensore principale con risultati puliti, a 5× l’ottica dedicata restituisce linee nette e micro–contrasto credibile, ideale per dettagli architettonici e ritratti compressi. Oltre i 10× subentra la componente digitale: ancora utilizzabile fino a 15× in buone condizioni, ma oltre è più “effetto binocolo” che fotografia.
La modalità ritratto merita una parentesi: il rilevamento dei contorni è preciso, i capelli vengono scontornati con pochi artefatti e lo sfocato ha un bokeh morbido e naturale, lontano dall’effetto “disco di cartone”. Per i ritratti indoor è consigliabile alzare leggermente l’esposizione (+0,3 EV) per mantenere viva la carnagione.
Capitolo video. In 4K a 60 fps la stabilizzazione ibrida regge bene camminate e panoramiche lente; i micro–shake vengono smorzati senza eccessivo effetto gelatina. Il profilo colore è bilanciato, con tonalità pelle affidabili e verdi realistici. Il passaggio tra fotocamere durante la registrazione è fluido ma non istantaneo: meglio pianificare i cambi di focale con movimenti lenti. L’audio catturato dai microfoni è pulito, con una piacevole riduzione del rumore di fondo; il vento forte può ancora mettere in difficoltà, ma la modalità “vento” nel menù migliora parecchio la resa.
Consigli rapidi per scattare meglio: usa il 48/50 MP solo quando servirà crop; in notturna tieni fermo il telefono 1–2 secondi dopo lo scatto; per prodotti e food attiva la griglia 2×2 e blocca l’esposizione con una pressione prolungata sul soggetto; per i ritratti notturni sfrutta le luci di sfondo (insegne, fari) per un bokeh più scenografico.

Autonomia e ricarica: numeri reali, gestione energetica e settaggi consigliati
La batteria da 5.500 mAh è uno dei punti forti del 15T. In un uso misto con 120 Hz attivi, social, messaggistica, 1–2 ore di foto e mezz’ora di video 4K, si arriva senza ansia a fine giornata con un 30–35% residuo. In scenari più leggeri (Wi-Fi prevalente, luminosità auto, pochi video) si sfiorano tranquillamente le 7–8 ore di schermo acceso; giocando a titoli pesanti a 60 fps si scende intorno alle 5 ore, complice la GPU in pieno carico.
La ricarica rapida 90 W (sul Pro; 67 W sul 15T base) è concreta: dallo 0 al 50% in circa 20 minuti, pieno intorno ai 40–45 minuti con caricatore in confezione e cavo originale. La temperatura resta sotto controllo grazie a profili di ricarica a “gradini”: la spinta è massima nella prima metà, poi si addolcisce per preservare la salute degli elementi. Presente anche la ricarica inversa per accessori a bassa potenza (auricolari, smartwatch): utile d’emergenza, non sostituisce una powerbank.
Sul fronte software, la gestione energetica di HyperOS 3 è aggressiva il giusto: le app in background non essenziali vengono “drogate” quando lo schermo è spento, ma le eccezioni sono facili da impostare (musica, mappe, fitness). In viaggio, la modalità Ultra batteria riduce refresh a 60 Hz, limita i servizi in push e porta tranquillamente a sera con il 10–15% che altrimenti andrebbe perso.
Impostazioni che fanno la differenza: lascia il refresh adattivo per non “schiacciare” l’autonomia; imposta la ricarica programmata notturna per evitare 100% prolungati; nelle giornate fuori casa porta sempre il cavo originale per sfruttare la piena potenza del caricatore; se scatti molti video 4K, valuta una microSD esterna (se prevista dal tuo taglio) o libera spazio per evitare throttling da memoria piena.
Termiche e prestazioni. Anche sotto stress fotografico prolungato (riprese 4K + navigazione + upload in cloud) il retro resta tiepido; il telaio in metallo aiuta la dissipazione, e i cali di frequenza sono rari, visibili solo dopo sessioni di gaming continuative sopra i 30 minuti con rete dati attiva.
Display e visibilità. Il pannello AMOLED 6,7–6,8” con picco oltre i 2.500–3.000 nit rende la preview in esterna ben leggibile. In pieno sole si scattano foto senza indovinare l’esposizione a occhio: l’anteprima è fedele e il tocco sul mirino risponde sempre reattivo, merito del campionamento fino a 240 Hz.
Audio e vibrazione. Gli altoparlanti stereo hanno un buon bilanciamento e non friggono ai volumi alti; la vibrazione aptica è secca e fa comodo per feedback precisi in camera e nei controlli rapidi durante i video.
Pro e contro in sintesi: Pro — ottima camera principale di giorno e buona in notturna, zoom del Pro davvero utile fino a 5×, autonomia solida, ricarica rapida concreta, display molto luminoso, stabilizzazione video affidabile. Contro — grandangolo notturno solo discreto, passaggi di focale in video non fulminei, qualche caldo percepibile in gaming prolungato.
A chi lo consigliamo: a chi vuole uno smartphone equilibrato con foto consistenti e un’autonomia che non costringe a compromessi, ai creator che girano spesso in 4K e cercano stabilità senza gimbal, a chi viaggia e apprezza ricariche rapide senza pensieri. Se il grandangolare in notturna è la tua priorità assoluta, guarda anche alle varianti con sensore più grande; se invece ami i ritratti e i crop puliti, il 15T (specie in versione Pro) è una delle scelte più sensate del momento.
Xiaomi 15T supera la prova “fotocamera + batteria” con margine: scatta bene in molte situazioni, gira video stabili e porta a sera con percentuali rassicuranti. Con qualche accorgimento nelle impostazioni e due abitudini intelligenti (HDR auto e ricarica gestita), diventa un compagno affidabile per chi chiede tanto al proprio smartphone, ogni giorno.
